Mercoledi 28 giugno abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare, nel cortile di Porta Pratello, Giulia Zollino, antropologa, educatrice sessuale, sex worker e content creator nonchè sorella e compagna, che ha presentato il suo ultimo libro “Scopriti. Perchè le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo”, edito da Mondadori.
Nella bellissima cornice del cortile interno di Porta Pratello, Giulia Zollino ci ha regalato una bellissima chiacchierata insieme a Caterina di Loreto, in cui abbiamo ascoltato parole potenti di lotta e di vita.
La data non è stata casuale. Il 28 giugno è infatti la Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGTBQIA+, e insieme a noi c’era anche Centro Risorse LGBTI.
Abbiamo potuto vedere come la storia di una può essere la storia di tante.
Abbiamo potuto riconoscerci in quello che veniva detto.
Abbiamo potuto trovare forza e sollievo nel capire che possiamo pensare davvero di essere “libere, ma mai sole”.
Vogliamo dire grazie alle oltre 100 persone che sono venute, a chi ha condiviso un pezzo di sè, grazie a chi ha ascoltato, grazie a chi ci ha aiutato ad occupare lo spazio che è nostro di diritto.
“Scopriti. Perché le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo” di Giulia Zollino
“Scopriti. Perché le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo” è un libro necessario.
Un racconto di vita che, partendo da una storia che può sembrare personale, in realtà rispecchia e riflette molte altre storie.
Il libro di Giulia Zollino è quindi un libro in cui riconoscersi, soprattutto se siamo persone socializzate femmine, è semplice se non immediato.
Partendo dall’infanzia e dal racconto di come spesso si è sentita inadeguata e in difficoltà ad accogliere ed accettare la propria immagine, Giulia Zollino ci trasporta in un percorso di analisi intima e personale, non privo di sofferenza e difficoltà, in cui pian piano si libera da gabbie e costrizioni, per acquisire nuove consapevolezze.
Attraverso il femminismo, il sex work, la sorellanza, la politica, lo studio e soprattutto la grandissima curiosità e intelligenza che caratterizzano la storia narrata, questo libro ci mostra come non dobbiamo avere paura di mostrarci per quello che siamo, non dobbiamo avere paura di prenderci lo spazio che troppo spesso ci viene tolto, non dobbiamo avere paura di urlare la nostra rabbia nei confronti di un sistema che fa della violenza la norma, non dobbiamo avere paura di scoprire la nostra sessualità libera da retoriche e sensi di colpa.
Un libro intimo e potente allo stesso tempo, perfetto per chi sta crescendo e può ancora scegliere di essere libera e chi è già cresciuta e vorrebbe liberarsi.
Un libro da leggere, da regalarsi e da regalare!
Corpo femminile: è davvero ancora necessario parlarne?
La risposta a chi si chiede, o peggio, muove l’accusa che si parli troppo di corpo femminile e se sia davvero così necessario, crediamo possa essere una sola: sì, ed è purtroppo sempre indispensabile.
Che si parli di corpi, di persone con identità di genere femminile soprattutto -ma non solo- e che se ne parli anche in maniera esagerata è vero, ma come se ne parla? Quale messaggio viene trasmesso, nella maggior parte dei casi?
Proviamo a riflettere sulle immagini in cui siamo immerse dalla nascita, proviamo a pensare alle richieste che in ogni ambito della vita (dall’infanzia alla scuola, per arrivare poi alla collettività amicale, sessuale o lavorativa) ci vengono fatte, proviamo a pensare a come il corpo sia oggetto e non soggetto in moltissimi ambiti, dall’estetica alla medicina.
Se ci fermiamo un attimo a contare a quante volte nella vita ci siamo, come persone socializzate donne, fermate, frenate o impedite di fare qualcosa perchè ci sentivamo fisicamente inadeguate o non sufficientemente accettabili come immagine, non basterebbero due mani, ma nemmeno venti.
Conformità fisiche, depilazione, trucco, moda, attitudine, posa, tono della voce, eleganza, compostezza…questi e molti altri elementi determinano la vita e la libertà di moltissime persone, dalla primissima infanzia in poi.
“Non sporcati”, “stai composta”, “tieni le gambe chiuse”, “ma vai al mare senza depilarti?” “esci senza mascara?” sono solo alcuni esempi dei moltissimi che potremmo fare che riguardano le norme a cui siamo sottoposte e che ci limitano nella nostra espressione di donne ed esseri umani. Basti pensare alle statistiche, da cui risulta evidente che anche sul lavoro una persona con un aspetto conforme ai canoni estetici della società abbia molte più possibilità di essere assunta.
Dobbiamo soddisfare lo sguardo di chi ci osserva e ci giudica, sguardo oggettivizzante e maschile (il cosiddetto “male gaze”), sguardo con il quale noi stesse ci guardiamo e giudichiamo in maniera implacabile.
Dunque è necessario davvero parlare di corpo? Scrivere libri sul corpo? Stimolare nuove riflessioni e nuovi punti di vista su questo tema? Assolutamente si.
Perché come il libro di Giulia Zollino che abbiamo presentato ci mostra perfettamente, la storia di una persona può essere la storia di tante.
E attraverso la voce di una, possiamo permetterci di rompere catene che ci limitano e che troppo spesso ci fanno stare in silenzio, pensando di non essere adeguate a parlare, muoverci o ricoprire ruoli.