La rabbia è una delle emozioni più dirompenti, spiazzanti e di difficile gestione che esitano.
Come ogni emozione, ha un grande valore e ci fornisce un’importante indicazione di chi siamo, cosa ci muove e cosa ci struttura.
La rabbia: cos’è ?
La rabbia ci avverte che una determinata situazione è, per il nostro sistema di valori e credenze, ingiusta, inappropriata. Non è negativa quindi, perché ci permette di definire un limite, di difenderci e stabilire dei confini.
Quello che però può essere complesso è la gestione della rabbia. Infatti, se per le persone adulte è spesso molto complicato gestire l’enorme energia che deriva dalla questa emozione fondamentale, pensiamo a quanto possa esserlo per una persona piccola, il cui sistema cognitivo è in fase di sviluppo, e che quindi non può essere ancora consapevole di quello che si sta provando.
Come fare quindi ad aiutare le persone piccole a riconoscere e familiarizzare con la rabbia, senza reagire in maniera altrettanto forte o, viceversa, senza paralizzarsi e magari far finta di niente?
Perché le bambine hanno scatti di rabbia?
La crescita è di per sé un atto aggressivo
Donald Winnicott
La rabbia, infatti, è un evento soggettivo, ma si accompagna sempre ad un’attivazione importante del sistema simpatico autonomo: viene messa in circolo una massiccia dose di ormoni surrenalici, che richiedono un tempo fisiologico di smaltimento.
Questo vale per le persone adulte, per le quali sono necessari almeno 20 minuti affinché si abbassino i livelli ormonali, ma anche per quelle piccole, in cui il tempo necessario per tornare a un equilibrio è anche maggiore.
Anche per questo la rabbia va accolta e osservata: la rabbia prepara il corpo all’azione, ci permette di stare in allerta e difenderci.
La rabbia è anche necessaria alla persona per eliminare una sofferenza: quella che nasce dal non poter stare con le figure adulte di riferimento, quella legata al vedersi togliere di mano un gioco caro, quella che scaturisce dal lutto, quella che emerge quando ci prendono in giro.
Anche per le bambine esiste una rabbia mirata, realistica, finalizzata all’eliminazione della fonte di sofferenza, ma esiste anche una rabbia più profonda, meno concreta, che nasce e si struttura quando ci si sente impotenti rispetto al poter modificare quello che provoca angoscia.
Questa rabbia è più complessa da gestire e da controllare, perché la forza distruttiva rischia di essere scaricata in modo totalmente incontrollato contro le altre persone o contro se stesse.
Come per le persone adulte quindi, anche per quelle piccole esistono mille ragioni per arrabbiarsi. E come per le persone adulte, anche quelle piccole possono essere aiutate a gestire la rabbia.
Come aiutare le bambine a gestire la rabbia?
Empatia, ascolto, contenimento e dialogo. In pochissime parole potremmo dire che per aiutare le persone piccole (e non solo!) a conoscere e riconoscere il proprio stato emotivo, queste sono le parole chiave.
Dobbiamo accogliere e capire il senso profondo del sentire per poterlo realmente vedere come qualcosa che esiste con un senso. Dobbiamo accettare che anche una persona piccola possa avere scatti d’ira e reazioni anche lontane da quelle che ci fanno sentire “comode” come persone adulte. Essere arrabbiate non è sbagliato.
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Ascoltiamo la rabbia che ci viene posta davanti, ascoltiamo le parole, osserviamo i comportamenti, verbalizziamo che sentirsi in quel modo va bene, mostriamo calma e coerenza, ma soprattutto forniamo una chiave di lettura di quello che succede.
Spesso, infatti, le bambine non hanno ancora integrato nel proprio sistema neuro-cognitivo ed emozionale la capacità di leggere quello che succede loro, vivono con il corpo senza sapere dare un nome all’emozione che provano.
Vedo che sei arrabbiata, capisco. Lo sarei anch’io se non fosse stata mantenuta una promessa.
Adesso sei molto arrabbiata e potresti provare un grande caldo nella mani, è normale sentirsi così. Quando ti sarà passata se vuoi ne parliamo.
Va bene, se sei arrabbiata in questa situazione ma picchiarmi no, questo non va bene.
Il contenimento, il limite che deve essere posto nelle situazioni più complesse di rabbia e aggressività non è dare un limite all’emozione, al sentire della persona piccola, che va sempre e comunque legittimata nel suo stato d’animo. Il contenimento necessario è quello dell’azione. La chiarezza che deve esserci è quella dello spiegare – e fermare se necessario – un atteggiamento possibilmente distruttivo o autodistruttivo.
Numerosi studi hanno mostrato come, nei momenti di maggiore aggressività, il contenimento fisico sia uno strumento da non sottovalutare: contenere fisicamente, accompagnando sempre il contenimento con un dialogo costante e affettuoso che spieghi perché quell’azione non va bene.
Capisco che sei arrabbiata e quando ti passa questo momento troviamo un modo per gestire questa forte emozione, adesso è lo spazio per calmarsi, però perchè così rischi di farti male o di farmi male.
Non allontaniamo la persona piccola che prova rabbia, non pensiamo che la punizione possa essere utile a modificare quel comportamento.
Non si sceglie che emozioni vivere, non si può decidere di provare o non provare rabbia.
Si può però imparare a riconoscerla, darle un nome e capire quando sta arrivando. Ascoltando il corpo e i segnali che ci manda, si può capire quali strumenti utilizzare per non farla esplodere senza controllo.
Aggressività e scatti d’ira: consigli pratici
Esistono molte attività che si possono fare insieme alla nostra bimba quando è nei momenti di massima rabbia. Non esistono però formule magiche universali, perché come la rabbia è un’esperienza totalmente soggettiva, così lo sarà il modo per gestirla.
Rimane quindi fondamentale, come abbiamo già detto, rimanere in osservazione e guidare l’ascolto di quello che fa stare meglio la piccola persona.
Possiamo provare a fare dei salti, possiamo ballare al ritmo di musica, possiamo prendere qualcosa che si possa strappare e romperlo, possiamo uscire a fare una passeggiata, possiamo urlare, possiamo fare esercizi di respirazione, possiamo fare qualche minuto di yoga o ginnastica rilassante, possiamo disegnare senza pensare a cosa disegnare, possiamo mettere i nostri pensieri in quella che viene chiamata scatola della rabbia, possiamo prendere un cuscino e sbatterlo, possiamo semplicemente stare e aspettare che passi il momento.
Ogni persona, grande o piccola che sia, ha un suo modo di incanalare e utilizzare in modo costruttivo l’energia potenzialmente distruttiva che deriva dalla rabbia.
Non c’è una ricetta che vale per tutte, ma ci sono tante possibilità, che passano tutte attraverso il riconoscimento e l’accettazione del nostro stato emotivo.