Osteopata pediatrica: cosa fa, quali problemi risolve e perchè può essere di aiuto nell’infanzia

Per parlare dell’osteopatia in maniera esaustiva ed approfondita, Cargomilla ha interpellato Moira Zaccagniniosteopata specializzata in osteopatia neonatale e pediatrica con formazione biennale (SIOTEMA- Firenze) e triennale (SIOP- Firenze), che lavora presso l Casa Maternità “Il Nido” di Bologna e collabora con il Centro Terapeutico Antoniano, un’equipe multidisciplinare specializzata per la presa in carico delle bambine in età evolutiva attraverso percorsi di riabilitazione, benessere e prevenzione.

“Sono mamma di una splendida bambina di 7 anni”, ci racconta “e la maternità è stata per me un valore aggiunto sotto tanti punti di vista, soprattutto nella relazione con le altre mamme e nell’accoglienza e nel sostegno delle loro bambine”.

Che cosa è l’osteopatia?

L’osteopatia è una terapia esclusivamente manuale, non viene utilizzato alcun tipo di farmaco o strumentazione ma la valutazione e il trattamento dipendono esclusivamente dalla sensibilità di ascolto e palpazione manuale dell’operatrice.

In Italia la regolamentazione dell’osteopatia come professione sanitaria è ancora in corso dal 2018.

Osteopata pediatrica: perché è importante fin dai primi anni di vita?

L’approccio manuale nelle neonate e bambine si esplica attraverso un “tocco” terapeutico sempre gentile e mai invasivo, che ha l’obiettivo di riequilibrare e normalizzare eventuali tensioni o disfunzioni a carico dei vari sistemi e apparati del corpo, così da permettere una migliore espressione dei meccanismi di autoregolazione e di salute.

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Queste tensioni o disequilibri potrebbero essere conseguenza di condizioni legate alla vita in pancia oppure a dinamiche di parto che l’osteopata pediatrica ha la possibilità di valutare e trattare molto precocemente.

Quando si ha bisogno dell’osteopata?

La vita in pancia e il parto possono influenzare quello che sarà l’adattamento delle neonate alla vita extra-uterina. Il parto è necessariamente un evento traumatico inteso come momento di passaggio da uno stato all’altro e successivo adattamento. Non dobbiamo dimenticare però l’importanza dei primi mille giorni di vita, intendendo il periodo di sviluppo che intercorre dal concepimento a circa i due anni, e che rappresentano la fase di più alta plasticità del sistema neuro-sensori-motorio. Quindi l’osteopatia accompagnerà la crescita delle bambine sostenendole in tutte le fasi di sviluppo. 

Problemi di suzione e Allattamento al seno

Alla nascita, respirazione-suzione-deglutizione sono funzioni già perfettamente coordinate cosi da permettere alle neonate di potersi alimentare e crescere.

Ci possono essere però delle condizioni che vanno ad interferire con questi automatismi ostacolando una corretta suzione al seno materno: posizioni scorrette in pancia, parti con fase espulsiva lunga, parti operativi con ventosa, taglio cesareo, ecc…

Sarà importante in queste prime fasi, una stretta collaborazione con le altre figure di riferimento (ostetrica, consulente dell’allattamento e pediatra) per intervenire precocemente e in maniera efficace.

Un buon attacco al seno può essere ostacolato da disfunzioni muscolo-scheletriche o restrizioni di mobilità a carico di varie strutture craniche (mandibola, occipite) o del collo, delle strutture muscolari deputate al movimento della lingua e alla deglutizione (muscolatura joidea e diaframma) o compressioni periferiche dei nervi responsabili di tali funzioni, che possono essere normalizzate tramite la terapia manuale osteopatica.  

Asimmetrie posturali

 Alla nascita e nei successivi primi mesi le neonate sono fisiologicamente ipotoniche e hanno ancora poca possibilità di variare in autonomia la posizione del corpo nello spazio.

Osserveremo che quando dormono oppure quando sono supine da sveglie mantengono la testa completamente ruotata da un lato, ma poiché le ossa del cranio sono ancora deformabili una posizione prevalente da un lato può creare asimmetrie nella forma della testina (plagiocefalia) e nella postura in generale.

Una buona abitudine sarà di alternare frequentemente le posizioni in cui dormono, mangiano o quando sono in braccio, offrire stimoli simmetrici da osservare quando sono sveglie, dedicare del tempo quotidiano al tummy time, utilizzare i giusti sostegni e nel giusto tempo (ovetto, fascia o marsupio, sdraietta, passeggino).

Con i genitori nelle prime sedute di trattamento cerchiamo di capire quale possa essere la modalità migliore per prenderci cura di loro, come muoverle e toccarle con l’obiettivo di essere abilitanti per il loro sviluppo, le posizioni più confortevoli in cui tenerle in braccio, per facilitarle nel riposo o nella digestione e nel fare la cacca, perché ogni neonata ci comunica un bisogno diverso tramite il pianto e il movimento. E la dinamica è proprio questa: soddisfare dei bisogni, senza temere di creare vizi o abitudini scorrette se le tengo in braccio, le cullo, se dormiamo a contatto perché stiamo solo rispondendo a un bisogno primario e stiamo offrendo loro la migliore condizione per poter maturare tutte quelle competenze che nei mesi e negli anni a seguire porteranno verso un’autonomia.

Potrei però osservare che la mia neonata ha una posizione preferita della testa, ovvero nonostante tutti i nostri accorgimenti mantiene la testa ruotata prevalentemente da un lato. Questa postura non simmetrica va trattata precocemente sia per ridurre il rischio di plagiocefalia ma anche perché qualsiasi restrizione di mobilità di un segmento corporeo potrebbe impedire l’accesso a funzioni motorie piu’ complesse e interferire dunque con lo sviluppo sensoriale e motorio.

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I fattori di rischio associati ad asimmetria posturale nelle neonate sono:

  • malposizionamenti e posture in pancia: come ad esempio quella podalica, traversa, nei gemelli, per la presenza di miomi o fibromi uterini che possono ridurre lo spazio disponibile.
  • Parto cesareo
  • prematurità
  • utilizzo di ventosa in fase espulsiva
  • torcicollo miogeno

Coliche gassose e stipsi

Nei primi 3-4 mesi le neonate dovranno imparare ad emettere aria e feci attivando una spinta corretta della muscolatura. È un compito che richiede grande impegno e spesso crea disagio, che si manifesta attraverso un pianto definito “colitico”, che ha la caratteristica di essere scarsamente consolabile e perdurare per piú tempo, che disturba il sonno e che si placa quando l’intestino si svuota di aria o feci.

Blocchi del cranio o del sacro, asimmetrie della postura, ipertono, disturbi della suzione e tensioni addominali possono interferire con la funzionalità intestinale determinando appunto dolori colitici o stipsi.

Reflusso gastro-esofageo e rigurgiti frequenti.

I rigurgiti sono fisiologici nei primi 4 mesi di vita in quanto legati ad un’immaturità dello sfintere gastrico e all’ipotono assiale.

Possiamo distinguere però tra rigurgitatrici felici e bebè reflussanti: la crescita ponderale è sempre adeguata ma la differenza sta nel disagio associato.

Le neonate reflussanti manifestano appunto un disagio durante o dopo la poppata, tendono ad assumere una postura rigida e inarcata del corpo, presentano un repertorio motorio scattoso e con frequenti reazioni d’instabilità posturale, sono estremamente irritabili e odiano la posizione supina, possono rigurgitare ma anche no, hanno spesso il singhiozzo e fanno delle espressioni del volto tipiche (ruminare, conati, tirare fuori la lingua).

Queste sono le caratteristiche che meritano attenzione e che possono giovare di un trattamento manipolativo-osteopatico allo scopo di valutare la funzionalità vagale, del diaframma ed escludere compressioni dell’asse cranio-sacrale.

Disturbi del sonno

Parlare di disturbo del sonno nei primi 2-3 anni di vita è molto complesso perché la maggior parte delle volte non c’è un riferimento chiaro di cosa sia “normale” e soprattutto perché il ciclo e il ritmo sonno-veglia cambiano continuamente in base alle varie fasi di sviluppo.

Capita spesso che quando il motivo di consulto osteopatico riguarda un disturbo del sonno il primo passo sia quello di gestire le aspettative del genitore soprattutto sul numero e la modalità dei risvegli nel primo anno di vita, sul fatto che in alcune fasi di “cambiamento” si associ spesso una regressione o cambiamento nel ritmo del sonno precedentemente acquisito.

Un intervento osteopatico potrà essere utile quando il disturbo del sonno è secondario ad altre condizioni non patologiche: stitichezza, reflusso, coliche gassose, ipereccitabilità.

Quando andare dall’osteopata?

Una prima valutazione osteopatica può essere indicata in epoca neonatale nei primi 40 o 20 giorni dal parto a seconda che la nascita sia stata fisiologica oppure no (parto indotto, parto cesareo, utilizzo di ventosa), allo scopo di valutare e normalizzare eventuali tensioni connesse alla vita in pancia oppure al parto.

In caso di difficoltà legate alla suzione si può valutare il neonato anche nei primissimi giorni dal parto in accordo con le ostetriche.

Certamente il primo trimestre di vita è quello piú faticoso sotto tanti aspetti, ma ogni fase di crescita può necessitare di un sostegno osteopatico, soprattutto quei periodi in cui ci sono forti cambiamenti.

Ad esempio nei primi due anni i cosiddetti periodi di transizione: 3-4 mese, 6 mese, 8/9 mese e 12-15 mesi che corrispondono a nuove acquisizioni di sviluppo psico-motorio.

I benefici dell’osteopatia

L’osteopatia si pone a sostegno della salute e del benessere delle bambine, inteso come approccio preventivo, che stimola i meccanismi fisiologici di auto-regolazione e “auto-guarigione” che per un qualunque motivo potrebbero non esprimersi in maniera adeguata. 

Prendersi cura di sè significa mettere in atto tutte quelle strategie che mirano a preservare e mantenere un buono stato di salute e qui s’inserisce l’osteopatia, che mira al riequilibrio generale del corpo andando ad agire su quei meccanismi disfunzionali che se non risolti potrebbero creare disequilibri nella crescita o che gia stanno causando una sintomatologia.

In età evolutiva, può essere un valido aiuto in tutti i casi di dolore muscolo-scheletrico, situazioni di cefalea, scoliosi o dismorfismi del rachide, otiti ricorrenti, asma, disturbi viscerali e traumi (siano essi emotivi o fisici).