Come spiegare la morte alle persone piccole

Spiegare la morte a una bambina* può sembrare impossibile, ma con parole semplici, verità e presenza emotiva è possibile accompagnarla in questa fase.

Come spiegare la morte a una bambina senza traumatizzarla? Come aiutarla a elaborare un lutto e a sentirsi al sicuro nonostante la perdita?

La morte è un tema complesso e delicato, che molto spesso ci fa sentire, da persone adulte, a disagio e impreparate.

Abbiamo chiesto a Serena Canova, psicologa e psicoterapeuta in formazione, specializzata in infanzia e adolescenza  al CIPSPSIA centro psicoanaltico di Bologna, che si occupa anche di supporto alla genitorialità, di scrivere per il nostro blog un articolo su questa tematica importante e difficile.

Buona lettura!

*Abbiamo scelto di usare il femminile: scopri perchè sulla pagina parliamo al femminile

Parlare della morte: verità, presenza e condivisione del dolore

Uno dei più grandi pregiudizi del mondo adulto verso l’infanzia è che le bambine non siano in grado di capire molte cose della vita adulta e della vita in generale. 

Vi è un po’ la convinzione da parte delle persone adulte che l’infanzia sia come un periodo d’incoscienza, in cui i problemi non vengono vissuti con l’intensità emotiva di chi è più  grande. 

Spesso vi è il tentativo di evitare lo stress di un dialogo chiaro su temi che si ritengono troppo complessi emotivamente e dannosi per l’equilibrio delle bambine, enfatizzando quindi la vulnerabilità delle persone piccole.

Le persone adulte tendono quindi ad assumere un atteggiamento protettivo.

Elaborazione del lutto infantile: verità e partecipazione emotiva 

Come accade per tanti aspetti della vita psichica, prima di affrontare con la propria bambina il tema della morte, sarebbe opportuno che le persone adulte di riferimento accettassero questo tema. 

Mi capita spesso di ricevere domande circa il fatto che si debba o meno comunicare alle persone piccole che, ad esempio, la nonna è morta

E quando la bambina, improvvisamente, comincia a comportarsi proprio come se stesse affrontando un lutto, le persone adulte di riferimento non comprendono come sia potuto accadere, visto che non le hanno dato la notizia.

Le bambine che vivono un lutto, non hanno bisogno solo di qualcuno che comunichi loro l’evento traumatico, ma necessitano fortemente di persone adulte che siano in grado di parlarne

Purtroppo ancora oggi la morte non è percepita come un evento naturale, come la nascita o come il passare del tempo e delle stagioni, ma si tende ad evitarla

Nelle famiglie contadine la morte era un evento molto frequente a cui era impossibile non assistervi e chi moriva rimaneva in casa in modo che si potesse accompagnare con preghiere o riti che aiutavano le persone stesse della famiglia a prepararsi all’ultimo saluto.

Mano di una donna che tiene quella di una bambina in un gesto di conforto e protezione durante il lutto

Bambine e perdita di una persona cara

Dare la notizia di una morte ad una bambina è sempre un compito molto delicato. La modalità verbale richiede un grande supporto dalla comunicazione non verbale perché chi comunica la notizia deve far sentire, attraverso il contatto fisico, la sua presenza e la sicurezza. 

Infatti, di fronte alla morte, la paura delle bambine è quella di essere abbandonate, lasciate sole e quindi necessitano una continuità affettiva attraverso gli abbracci e le carezze.

Invece a volte alcune famiglie scelgono di non comunicare alla bambina la morte della persona cara, cercando di mascherare il loro dolore e la loro tristezza.

Questo può però generare l’effetto opposto: le persone piccole, percependo l’adulta sopraffatta dal dolore, pensano che non ci sia spazio per il proprio emotivo doloroso.

La cosa importante da fare di fronte ad un lutto è stare nel dolore, condividere la sofferenza che una bambina può esprimere in diversi modi, accoglierla e trovare il coraggio di piangere insieme

Quando questo non avviene, la reazione al lutto si prolunga e si differenzia dalla normale elaborazione, per la presenza di regressione nelle tappe evolutive acquisite, scarsa tolleranza alle frustrazioni, disturbi somatici, disturbi del sonno e dell’alimentazione.

Solo parlando della morte, la bambina può sentire di non essere sola di fronte agli eventi della vita, ma di poter contare sui suoi genitori che la accompagnano verso la conoscenza del mondo. Questo senso di sicurezza è fondamentale in un momento in cui una bambina sta affrontando una perdita.

Qualunque sia il lutto cui va incontro una bambina, è importante che non venga mai lasciata sola con il proprio dolore o tenuta all’oscuro di cose importanti.  

La morte nei contesti educativi: uno spazio per l’elaborazione

Man mano che le bambine e le ragazze crescono, accresce in loro anche la consapevolezza dell’esistenza della morte e della possibilità di perdere gli affetti

Questa crescita permette di interrogarsi rispetto alla loro capacità di affrontare esperienze dolorose, esplorando pian piano il limite. Questa capacità riflessiva è importantissima perché le aiuta a mettersi alla prova e a crescere interiormente, riuscendo poi a fronteggiare al meglio esperienze dolorose come la morte di una persona cara.

È necessario, dunque, ridare alla morte il suo spazio.

Anche il contesto educativo frequentato dalla bambina, come il nido o la scuola, può assumere un’importanza fondamentale nell’accompagnare il mondo dell’infanzia verso la consapevolezza del valore della vita e della morte così come nell’elaborazione del lutto

Oggi, sempre più spesso, nelle scuole si incontrano molte bambine che hanno dovuto affrontare un evento luttuoso (guerre, malattia di un genitore o di una sorella, perdita di una nonna) ma accade che chi ha un ruolo di riferimento sia restio ad affrontare il tema della morte, pensando di dover mantenere una certa delicatezza. 

Nell’elaborazione del lutto, poter narrare la morte, nominare le emozioni, condividere ciò che si prova con un famigliare o una maestra, rappresenta un’opportunità riparativa e di cura.

L’intensità del dolore e il bisogno di legami affettivi 

Nella nostra società vi è la tendenza da parte del mondo adulto a pensare che le bambine non possano provare la stessa intensità di dolore degli adulti

Gli studi sull’attaccamento dimostrano che siamo geneticamente programmati in modo da avere bisogno di attaccamenti primari, fondamentali non solo per la sopravvivenza, ma per dare senso e valore alla nostra vita

Una delle caratteristiche proprie dell’attaccamento è che nei periodi di separazione si sente molto la mancanza della persona lontana e per ristabilire il legame, si ricerca in ogni modo possibile la vicinanza della persona amata

Le radici degli attaccamenti primari si trovano in reazioni chimiche del cervello e del corpo: quando esiste un attaccamento d’amore profondo tra due persone che condividono momenti di gioco o si consolano per un dispiacere, le sostanze chimiche nel cervello (ossitocina e oppiacei) e gli ormoni nel corpo, provocano in entrambe le persone coinvolte sensazioni di piacere

La perdita di una persona cara è una delle cause di maggior dolore che provoca tormento e angoscia e può portare a credere che soltanto il ritorno di quella persona riuscirebbe a recare conforto. 

Molti studi sull’attaccamento ci spiegano la reazione che possiamo avere di fronte all’abbandono o alla morte di un’amica o di una nonna verso cui si nutriva un legame significativo. 

Quando una bambina perde una persona che amava profondamente, nel suo cervello gli ormoni e le sostanze chimiche scendono notevolmente e prendono il sopravvento altre sostanze dolorose. Ne consegue una forte sofferenza psichica, comune sia delle persone grandi e piccole.

Spesso le persone adulte tendono a sottovalutare quello che accade nelle bambine a livello ormonale in occasione di un lutto o di una separazione. 

Non ha senso, dunque, dire ad una bambina che soffre a causa di un lutto:

Dai, non fare così.

O peggio ancora

Non piangere.

Affrontare la morte da 0 a 2 anni

Fino ai due anni di età le bambine possono apparire indifferenti di fronte alla morte fisica, ma sono molto attente ai legami affettivi

Non concepiscono mentalmente la morte, ma piuttosto la perdita del legame affettivo che può risultare dolorosa e traumatizzante. Spesso non vi sono manifestazioni nell’immediato, ma si verificano riattivazione emotive e psicologiche nel futuro.

Affrontare la morte dai 3 ai 6 anni 

Dai tre ai sei anni, le bambine cominciano a maturare una certa consapevolezza di sé e quindi anche quella della morte e di perdere i legami che per loro sono significativi.

In questa fascia d’età diventano particolarmente sensibili al tema della morte, considerandola allo stesso tempo, un evento reversibile e temporaneo al quale si può porre rimedio. 

Soprattutto alla scuola dell’infanzia, si possono osservare bambine che giocano a fare finta di morire oppure fanno morire pupazzi e personaggi per poi riportarli in vita un istante dopo.

Affrontare la morte dai 6 ai 10 anni

Dai sei ai dieci anni le bambine e le preadolescenti entrano nella fase del realismo che permette di associare la morte a una rappresentazione concreta definitiva e irreversibile. In altre parole quando si pensa alla morte, in questa fase le bambine pensano al cimitero, alla tomba, al cadavere e interiorizzano la consapevolezza che la morte riguardi tutti gli esseri umani.

Dopo i dieci anni, si giunge alla simbolizzazione della morte, acquisendo una specifica idea, anche ai propri valori e alle proprie credenze.

Cosa si intende per lutto traumatico nelle bambine?

Il lutto traumatico in senso stretto è collegato alla morte traumatica della persona defunta in circostanze in genere improvvise e inaspettate. 

Tuttavia, può definirsi traumatico oltre che per il tipo di evento, anche per il suo vissuto psicologico, spesso accompagnato a sentimenti di rifiuto e negazione.

L’aspetto traumatico si presenta nei casi in cui persiste un’intensa tristezza, rabbia, rancore e sensazioni di smarrimento

Inoltre, vi è una generale mancanza di senso per ogni cosa e verso il futuro con un evitamento di qualsiasi attività e interesse che ricordano la persona perduta, oppure all’opposto una ricerca ossessiva della persona defunta. In generale, possiamo dire che siamo di fronte ad un lutto traumatico o complicato quando una bambina a distanza di oltre sei mesi fa molta fatica ad adattarsi di nuovo alla sua vita.

Come vivono il lutto le bambine?

Il modo con il quale le persone adulte di riferimento rispondono al lutto, getta le basi essenziali dell’adattamento alle nuove modalità di vita e della gestione del lutto da parte della bambina che si trova ad affrontare una perdita.

Le reazioni ad un evento luttuoso possono svilupparsi nel tempo, anche dopo diversi mesi.

Le bambine piccole che non hanno ancora raggiunto una completa padronanza del linguaggio, hanno difficoltà ad esprimere verbalmente le proprie emozioni, quindi manifestano il loro dolore attraverso il comportamento.

 Bambina con la testa abbassata e le braccia incrociate sulle ginocchia, in lutto

Come si reagisce alla morte: la paura dell’abbandono 

Quando una bambina piccola perde una figura di riferimento, spesso reagisce cercando la persona e protestando per la sua assenza. Può diventare passiva, ansiosa, agitata, o manifestare rabbia verso chi è rimasto. Alla paura dell’abbandono si unisce l’ansia che la morte possa sconvolgere la stabilità familiare.

A volte l’ansia si esprime anche con disturbi psicosomatici, difficoltà nel sonno, irritabilità, enuresi o regressione nel linguaggio. In questi casi, solo il conforto, soprattutto fisico, come abbracci e carezze, può calmare la bambina, attivando nel cervello quelle sostanze che generano sicurezza e piacere. È normale che, senza una figura pronta a consolarla, non riesca a contenere rabbia o irrequietezza.

Alcune bambine possono mostrare regressioni o legarsi in modo eccessivo a una persona adulta o una coetanea, nel tentativo di ritrovare stabilità. Le persone adulte di riferimento devono rispettare i tempi della bambina per recuperare fiducia e autonomia, aiutandola a comprendere che un evento traumatico può far percepire come pericoloso anche ciò che non lo è. Con il giusto accompagnamento, le bambine imparano a riconoscere e gestire la paura della perdita.

Come aiutare le bambine ad affrontare un lutto? 

Per aiutare una bambina ad affrontare un lutto è fondamentale che la persona adulta di riferimento condivida il dolore con empatia e ascolto attivo. Se la bambina fatica a esprimersi a parole, può essere utile usare metafore, immagini o il gioco simbolico.

Spiegare la morte in modo chiaro, dicendo che il corpo smette di funzionare e la persona non tornerà più, aiuta la bambina a comprendere. Anche se dolorosa, questa consapevolezza è fondamentale per elaborare la perdita.

Escludere una bambina dal funerale della nonna significa negarle l’opportunità di un saluto e di condividere il dolore con la famiglia. Vedere il corpo e osservare le reazioni delle persone adulte può normalizzare il suo dolore e aiutarla a capire che la nonna non tornerà. Al contrario, l’assenza da questi momenti può generare fantasie confuse e rendere più difficile il processo di separazione.

Anche recarsi al cimitero, guardare insieme vecchie foto o video, può essere utile per dare forma e voce al dolore. Un’attività preziosa è la creazione di una “storia” personale, fatta di disegni, fotografie e ricordi: un libro simbolico in cui la bambina può nominare le proprie emozioni e conservarle.

Molte bambine non riescono a parlare apertamente del loro dolore, ma possono esprimerlo bene attraverso il gioco, il disegno o la manipolazione di materiali. Con i pupazzi, la pasta modellabile o la creta, possono dare forma ai ricordi o rivivere simbolicamente il funerale. Per le più grandi, tenere un diario per scrivere alla persona scomparsa è un modo intimo e profondo per affrontare ciò che non si è riuscite a dire prima dell’addio.

Come spiegare alle bambine la morte di una nonna?


La persona adulta di riferimento ha un ruolo fondamentale nel guidare la bambina nell’elaborazione della perdita, aiutandola a sviluppare strategie adeguate alla sua età per affrontare il dolore con consapevolezza.

Anche se la morte della nonna è un evento naturale, più il legame è profondo, più forte sarà la sofferenza. La comprensione della morte varia in base all’età, al temperamento e alla relazione con la persona scomparsa.

Negare la verità sulla malattia della nonna priva la bambina di tempo prezioso da trascorrere con lei e di parole non dette che potrebbero diventare ricordi importanti. Parlare in modo chiaro, con un linguaggio adatto all’età, aiuta a costruire fiducia nelle persone adulte e ad affrontare meglio il lutto.

Già dai tre anni le bambine iniziano a intuire cosa sia la morte, che con la crescita viene compresa come cessazione delle funzioni vitali. Anche chi non sa ancora parlare percepisce l’assenza, e ne è turbata.

Le spiegazioni devono essere sincere ma delicate: “Il corpo della nonna non funzionava più, ma lei vivrà sempre nel tuo cuore.” È importante che le persone adulte di riferimento diano una versione concordata dei fatti, perché le bambine pongono spesso le stesse domande a più persone.

Ricordare la nonna, parlarne e non scoraggiare questi momenti di condivisione aiuta a lenire il dolore. Le frasi simboliche, come “la nonna ti protegge dal cielo”, permettono di affrontare meglio l’assenza e di mantenere un legame vivo.

Anche attraverso il disegno o i ricordi raccontati, la bambina può esprimere emozioni profonde e trovare conforto nella vicinanza dei genitori e nel ricordo affettuoso della nonna.

Il lutto e il valore della condivisione, fin dall’infanzia

Ogni bambina, crescendo, si confronta prima o poi con la consapevolezza della morte. Nella prima infanzia, però, manca ancora la maturità emotiva e cognitiva per comprenderne il significato: per questo, è fondamentale un accompagnamento da parte della persona adulta di riferimento. Alcune domande nascono da semplice curiosità, altre da un bisogno più profondo di rassicurazione e vicinanza, specie quando la perdita tocca direttamente la bambina.

Nonostante molte bambine siano in grado di capire il concetto di morte se spiegato con parole semplici e vere, molte persone adulte evitano l’argomento, convinte che siano troppo piccole per affrontarlo. In realtà, rispondere con chiarezza e dolcezza -ad esempio dicendo:

la nonna è morta perché il suo cuore era stanco

aiuta le bambine ad orientarsi in un momento così complesso.

Le spiegazioni vanno riprese più volte, perché l’elaborazione del lutto richiede tempo. Parlare, ricordare insieme chi non c’è più, è un atto di condivisione che dona conforto e permette alla bambina di non sentirsi sola nel suo dolore.

La perdita può generare tristezza, paura, regressioni nei comportamenti e un senso di smarrimento. È importante quindi mantenere routine rassicuranti e aiutare la bambina a dare senso alla nuova quotidianità, parlando della persona cara e integrandone il ricordo nella vita di tutti i giorni.

Accogliere le emozioni, rispondere con sincerità e non lasciare la bambina sola nelle sue domande sono gesti fondamentali. Una comunicazione aperta e affettuosa rafforza i legami familiari e facilita un’elaborazione del lutto più serena. Al contrario, il silenzio e l’assenza di condivisione rischiano di rendere più difficile la rielaborazione emotiva dell’evento.

 Albero spoglio in un campo silenzioso, simbolo della morte e della continuità della natura

Libri sul lutto per bambine

La letteratura per l’infanzia, attraverso immagini, parole e storie, si avvicina ai vissuti delle bambine, fornendo risposte e aprendo le loro menti a riflessioni sul tema della finitudine umana. Leggere libri sulla morte, sulla perdita consente ad ogni bambina che vive un lutto di acquisire gli strumenti per aprirsi su tematiche dolorose e di elaborare un pensiero maggiormente positivo sulla morte. Un racconto è una via d’accesso privilegiata per entrare nel mondo dei pensieri delle bambine che attraverso la storia narrata si identificano nelle emozioni dei personaggi e nei modi per superare le difficoltà. Leggere un libro assieme all’adulto di riferimento su un tema così delicato come la morte o la perdita, non solo rafforza il legame ma permette di trovare insieme un modo per reagire all’evento tragico.

  • Il buco di Anna Llenas – dai 3 anni
  • Mi manchi già di Alberto Pellai – dai 3 anni
  • Il cuore e la bottiglia di Oliver Jeffers – dai 3 anni
  • La mia amica ombra di John Dougherty – dai 4 anni
  • La scatola dei ricordi di Joanna Rowland – dai 6 anni  “Io e niente” di Kitty Crowther – dai 6 anni

Punti chiave per spiegare la morte alle bambine

  • Usare parole semplici e vere, senza metafore confuse
  • Accogliere emozioni e rispondere con empatia
  • Coinvolgerle nei rituali (come funerali) se lo desiderano
  • Offrire strumenti espressivi: gioco, disegno, libri
  • Non minimizzare il dolore o chiedere di non piangere

Domande frequenti sulla morte e il lutto nelle bambine

Devo dire a mia figlia che la nonna è morta?

Sì, è importante dirle la verità con parole semplici. Anche le bambine molto piccole percepiscono l’assenza e hanno bisogno di spiegazioni.

A che età le bambine capiscono la morte?

Tra i 3 e i 6 anni iniziano a vederla come qualcosa di temporaneo; dai 6 anni in poi comprendono che è irreversibile.

Posso portare mia figlia al funerale?

Sì, se lo desidera. Partecipare al rito può aiutarla a elaborare il lutto e darle un senso di congedo.

È normale che mia figlia giochi alla morte?

Sì. Il gioco simbolico è un modo attraverso cui le bambine esplorano emozioni complesse. È una modalità sana di elaborazione.

Come posso aiutare mia figlia a esprimere il dolore?

Ascoltandola senza giudizio, offrendo parole per nominare le emozioni e mantenendo routine rassicuranti. Anche disegnare o raccontare storie può aiutarla.